
Descrzione
Le dinamiche di base al nuovo gioco di casa Lionhead, restano le medesime che abbiamo potuto apprezzare nei precedenti capitoli: abbiamo un eroe di sesso maschile o femminile, a scelta del giocatore, che dovrà correre da una parte all’altra del regno di Albion per completare una serie di quest principali o di missioni secondarie. Avremo poi modo di affrontare tutta una serie di problemi legati alla crescita del personaggio, alla vita sociale e, cosa davvero nuova, alla gestione del regno. Alla base della storia, come magari i più sapranno, troviamo un eroe che è il figlio dell’attuale sovrano di Albion e cioè il vecchio eroe di Fable 2 che nel tempo è diventato un sovrano cattivo: questa situazione calza a pennello per chi come me si è giocato la campagna precedente in modalità cattiva dall’inizio alla fine. Insomma, con il nostro Padre Sovrano uscito di testa, dovremo scappare dal castello alla ricerca di una o più alleanze atte a soverchiare il regime tirannico su Albion. Il tutto, ovviamente sempre condito da quel sano humor nero drammatico delle opere di Molyneux. Una delle prime impressioni che mi sono fatto è che Molyneux, abbia voluto far pressione sul giocatore con una serie quasi incessante di combattimenti. In Fable 3 ci si scontra ogni minuto sia con piccoli gruppi di persone, briganti o soldati che con vere e proprie fazioni del mondo di Albion. Purtroppo però, se da una parte gli scontri si contano su tutte le dita di una mano, la loro semplicità di esecuzione risulta davvero sconcertante al pari che se nei primi due capitoli vincere gli scontri era facile, qui risulta ancora più semplice. Questa semplificazione riguarda da sempre i titoli della saga di Fable ma qui sembra davvero esagerato e si ha quella sensazione di onnipotenza fin dalle prime battute del gioco. Adesso, io capisco che forse questo fattore è stato pensato per le masse ma allora viene lecito aspettarmi di richiedere un menù in cui io possa determinare la difficoltà del gioco da facile a difficile, come gran parte dei giochi sul mercato. La vera bruttura di una manovra semplificata come questa, risiede nel fatto che il giocatore non sente davvero il peso dei combattimenti.Stessa identica cosa per quanto riguarderà le scelte morali atte a costruire un regno “giusto” o “sbagliato”. Il punto principale rimane che lo studio di programmazione andrà a premiare solamente alcune situazioni considerate giuste e non le scelte sbagliate che il giocatore potrebbe realizzare per il puro fine di vedere come andranno le cose. Certo, se la base del gioco si basa su un Tiranno, mi sembra scontato che l’eroe agisca diversamente però si è persa anche quella voglia di “male” che contraddistingueva in maniera divertente Fable 2.Fra le semplificazioni del gameplay, cito anche la sparizione di quasi tutti gli elementi a schermo che contraddistinguevano i precedenti capitoli. Davvero doveroso aggiungere di come sia scomparsa anche la barra della vita, vera e propria moda degli FPS moderni. In pratica, quando saremo feriti gravemente (se ci si arriva), comparirà la possibilità di usare una pozione per tornare a pieno regime. Anche l’inventario ha subito una leggera modifica dal precedente capitolo ma non di tanto: adesso per modificare gli attributi del personaggio, cambiarci o scegliere le armi, dovremo accedere ad una sorta si “santuario”. Purtroppo, come detto poco sopra, tutte queste modifiche non hanno davvero giovato sul gameplay ma anzi sono riusciti a rendere Fable 3 un gioco affrontabile anche da un bambino di tre anni. Nulla per cui ci si possa offendere, sia ben chiaro anzi, ma quella sensazione di facilità vi rimarrà addosso
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